Golden Phoenix:
Il frutto che nutre di giorno, e il serpente che guida di notte
"Sono cresciuto qui, quindi non è davvero questa giungla selvaggia per me, è semplicemente il mio giardino di casa." - Solomon McCrackin
Solomon si fa strada a colpi di machete nella giungla di mezzanotte
6 Maggio 2025
Una sera, con la luna piena, Solomon invitò Diana, suo fratello Daniel e me a un’escursione notturna nella giungla selvaggia, sui terreni di suo padre David. Mentre seguivamo Solomon nel fitto e buio tunnel di verde, furono la sua cadenza e il suo modo di muoversi nella giungla, con radicata calma e centratura, a farci da scudo contro ogni elemento di paura. Il suo linguaggio del corpo parlava fluentemente del legame familiare che lo univa con la giungla. La notte portava con sé anche una corrente di umorismo ridicolo, una sorta di irriverente battuta che si intrecciava con passi goffi, aggrovigliati nelle metafore della giungla, punteggiati da commenti casuali e dalle torce frontali che facevano ingoiare insetti a Diana a metà frase.
I sensi di Solomon erano estremamente impressionanti, con il suo atteggiamento rilassato si accovacciava sul suolo della foresta per indicare un ragno così mimetizzato da sembrare evocato. Uno dopo l'altro, nessuna ragnatela in vista, solo cacciatori terrestri rivelati sotto il suo sguardo attento. Molti di questi erano ragni vaganti, predatori attivi più che tessitori. Ognuno rifletteva immobilità e precisione.
Poi arrivò il momento che ci immobilizzò tutti: mentre camminavamo, Solomon allungò la mano e abbassò delicatamente una singola foglia di platano lungo il bordo del sentiero. Ce n'erano innumerevoli altre uguali, disposte una dopo l'altra in una cascata verde, ma era proprio quella: avvolta su di essa giaceva la vipera dalle ciglia, immobile e tuttavia completamente vigile e consapevole. Senza alcun segnale visibile, senza il minimo movimento che potesse tradirne la presenza, Solomon l’aveva percepita. L’atto era stato così naturale che sembrava che fosse in comunicazione con il serpente, come se avessero pianificato insieme la rivelazione. Era innegabilmente magico, come assistere a qualcuno che segue una trama che solo lui può percepire. Perché eccola lì, rannicchiata in silenzio, appollaiata sulla difensiva, sventolando la lingua verso di noi.
Within the video, which shows a glimpse of the night tour, Solomon proceeds to jokingly yet calmly speak about the eyelash pit viper. He assesses its stance, its mood and its prowess. He does not speak about the snake, but with it. Translating its message in real time. We were not merely absorbing information about snakes that night, we were being introduced to them. Not as symbols of fear, or textbook specimens, but as spirits. As presences. He reassured us that the snake, regardless of the menacing position it was in, did not wish to attack us. And we wholeheartedly believed him, not simply because we were told, but because it was genuinely true.
Nel video, che mostra uno scorcio del tour notturno, Solomon parla scherzosamente ma con calma della vipera dalle ciglia. Ne valuta la postura, l'umore e la prodezza. Non parla del serpente, ma con il serpente. Traducendone il messaggio in tempo reale. Quella notte non stavamo semplicemente assorbendo informazioni sui serpenti, ci venivano presentati. Non come simboli di paura o esemplari da manuale, ma come spiriti. Come presenze. Ci ha rassicurato che il serpente, indipendentemente dalla posizione minacciosa in cui si trovava, non desiderava attaccarci. E noi gli abbiamo creduto con tutto il cuore, non solo perché ci era stato detto, ma perché era sinceramente vero.
The snake still harbors its mystery, and there is beauty in that, but what it stirred in us was ease, a powerful undoing of the fears some of us have been taught to carry. These voices of fear, understandably, also come from lived realities. I do not dismiss the danger of a venomous bite. But fear that lives unexamined in the body, especially toward the living creatures we share this earth with, does not serve us. Each time we train to soften the conditioned walls between ourselves and the wild, we deepen our role in the ecology of this Earth. It is a process, but to begin is crucial in this day and age. Solomon may not name what he does as healing, but it is. His calm, his trust, his way of moving through the world… it transmits. He is a guide in the truest sense. A real bridge to return. There is something profound in meeting the jungle alongside his presence.
For anyone who wishes to book a night tour with Solomon, click here
Read more Golden Phoenix lore: Durian David